Capisco.
E’ incredibile molte volte come riusciamo a renderci conto di quanto sia grande tutto ciò che ci circonda. E Non è incredibile che tutto sia così grande, per carità, ma è incredibile che noi riusciamo a cogliere tutta questa grandezza delle cose. E forse solo una volta avvenuto questo riconoscimento riusciamo ad ammettere a noi stessi quanto sia vana in realtà la tentazione di numerare tutto. E non lo dico per un mio personale disinteresse nei confronti delle scienze “che misurano”, ma sono pronto a gridarlo sotto tortura questo mio concetto perché frutto di una mia riflessione.
A che serve dire quanti alberi ha un bosco? A che serve dire quanti agnelli sono nati nel gregge nell’ultimo semestre? O ancora, a che serve dire persino il numero di abitanti della Terra?
Lo facciamo di continuo e io non ne capisco il senso. Pesiamo, contiamo, calcoliamo, misuriamo e calibriamo. Il tutto risulta alla fine come un costante alternarsi di cifre e simboli che ci invidierebbe qualunque essere extraterrestre. Ogni azione che compiamo è irrimediabilmente connessa allo stravagante mondo dei numeri, è ad esso associata e con esso è destinata a finire.
A chi serve tutto ciò?
A chi serve sapere quanti giorni un uomo ha avuto il piacere di vivere? A chi serve sapere la quantità della sua prole? A chi serve sapere la sua altezza e la sua massa? Non è forse più affascinante e più utile dire altro di lui?
Vorrei solo raccontare una storiella insensata, breve breve.
Un uomo viveva. Viveva e questa cosa gli piaceva a tal punto che mai avrebbe voluto smettere. Guardava l’alba ogni mattina e mai in tutta la sua vita ebbe modo di conoscere la splendida e malinconica policromia del tramonto. Era felice. Non aveva niente – chissà se lo aveva almeno un corpo! – e ad ogni modo gli bastava quell’alba ogni mattina, sempre la stessa, da sempre. Accadde, però, un giorno che ebbe un fortissimo desiderio, irresistibilmente irruento, tanto che lo spinse a sedersi verso quell’Ovest mai visto prima per ammirare il tramonto. A quel punto, sparito il sole dietro l’orizzonte, capì che la cosa che più amava, la vita, non era mai davvero esistita. Ad ogni alba corrisponde un tramonto e ad ogni tramonto un alba, chi si azzarderebbe a dare una cifra alla vita del Sole?